Una lista di programmi consigliati può sembrare un'inutile ripetizione nel 2023. E forse lo è. Ciononostante sento che è importante mettere per iscritto la traccia dei numerosi e ripetuti fatti compiuti, rappresentata dalle scelte che opero sui miei PC. Ho conosciuto molti scettici del minimalismo informatico e soprattutto del software libero. Spesso dubitavano per motivi diversi, ma erano accomunati da un'incrollabile scetticismo nei confronti dei miei mezzi. «Perché certe idee saranno nobili e belle, però poi per lavorare hai bisogno di affidabilità, animazioni, assistenza, bottoni colorati, complessità, interfacce grafiche, ecc. (aggiungete a piacere la scusa che vi hanno propinato). Insomma, ci sarà un motivo se nel mondo del lavoro, quello reale, degli adulti, le cose si fanno in un certo modo. No?» No! O meglio, magari c'è pure un motivo, ma non è detto che sia collegato a dei meriti tecnici degli strumenti scelti, o che tale ragione sia l'unica degna di considerazione. Spesso il mondo del lavoro segue logiche disumane, ritenendo il profitto l'unico parametro di cui tenere conto. Spesso nei posti di lavoro si è pigri o abitudinari. Spesso si è semplicemente ignoranti. Scopriamo un altro modo di fare le cose, diverso, più semplice e libero.
I programmi che consiglio sono tutti software libero [1]. In breve, programmi che potete modificare ed estendere a vostro piacimento, condividendo la conoscenza di ciò che sapete fare, arricchendo gli altri e non solo voi stessi. L'uso di tali strumenti non preclude fini commerciali. Inoltre nelle mie raccomandazioni cerco di selezionare programmi adatti a computer di almeno dieci anni fa, indipendentemente dalla potenza di calcolo di cui dispongo, quando possibile a seconda del compito prefissato. Un PC dovrebbe durare almeno dieci anni, smettiamola di sprecare risorse, generando rifiuti che non sono tali! Sempre considerando il compito prefissato, preferisco programmi minimalisti e semplici [2], nel senso che privilegiano il minimalismo e la semplicità d'implementazione rispetto a quella d'interfaccia.
Non sono schizzinoso quando si tratta di scegliere una distribuzione di GNU/Linux. L'importante è che piaccia a chi la usa. In realtà tante sono molto simili tra loro. Scritto ciò, ci sono alcuni fattori da considerare. In primo luogo se il progetto è gestito da un'azienda o da una comunità senza fini di lucro. Tendo a preferire quelli comunitari, in quanto non mi fido della maggior parte delle aziende informatiche, anche se mi rendo conto che grandi progetti comunitari vengono comunque finanziati da grosse aziende, come nel caso di Debian con Google. Dopodiché valuto l'atteggiamento che il sistema ha nei confronti del software che non è libero. Debian fa un giusto compromesso [3]: non privilegia l'illusoria comodità di avere un sistema che "funziona", dando comunque la possibilità d'installare facilmente dei programmi proprietari, quando richiesti espressamente dall'utente. Sono ancora combattutto su quest'ultimo punto, potrei cambiare idea in seguito. Tuttavia rimane un aspetto su cui riflettere. Infine prendo in considerazione la longevità della distribuzione: trovando inutilmente faticosa l'eccessiva velocità con cui muta il digitale, preferisco soluzioni rodate che esistano da almeno dieci anni. Ci sono casi in cui faccio delle eccezioni, però in genere mi dà sollievo procedere lentamente, o meglio alla mia velocità.
Debian lo uso sul computer fisso, sui portatili, sui server. È un ottimo sistema! Si aggiorna senza problemi, è stabile, ma può anche essere all'ultimo grido [4], se è ciò che cercate. Ho scelto Debian, oltre ai motivi sopracitati, perché è per esperti, ma non difficile per i neofiti, e perché è la base di tante altre distribuzioni di GNU/Linux. Quindi se contribuite a Debian, è probabile che contribuiate involontariamente ad altri progettini, tra cui Ubuntu. E poi sogno di diventare uno sviluppatore Debian.
DietPi è una versione di Debian ottimizzata per le SBC, Single-Board Computer (computer a scheda singola), computer come il celeberrimo Raspberry Pi. Difatti lo uso sul Raspberry domestico, perché è un'installazione di Debian minima, col log su RAM per non terminare la vita della scheda SD prima del tempo, e poiché fornisce i file di configurazione di alcuni pacchetti ottimizzati per l'uso su computer a scheda singola. Di fatto le cose che m'interessano di più sono la dimensione ridotta e il log su RAM. Dopo aver scoperto Alpine Linux, sto meditando se in futuro mi converrebbe utilizzare quello sulle SBC.
Ho scoperto postmarketOS per caso, dopo aver acquistato il Librem 5, cercando un modo per installare l'interfaccia Sxmo [5]. postmarketOS è una versione di Alpine Linux per telefoni e altri dispositivi mobili. Condivido a pieno il ragionamento mosso dagli autori di questo sistema operativo, ovvero di trovare una soluzione a lungo termine al problema dei cosidetti telefoni intelligenti. Questi dispositivi dispongono di sistemi operativi chiusi, con metodi distribuzione delle applicazioni discutibili, che obbligano chi li acquista a ricomprarli regolarmente, anche se il dispositivo funziona ancora, a causa di obsolescenza programmata attraverso gli aggiornamenti o per la mancanza arbitraria di questi ultimi. postmarketOS si prefigge di creare una distribuzione di GNU/Linux per telefoni, che esuli dalle regole tossiche di Android e iOS. Purtroppo è ancora in stadio sperimentale. Io ho iniziato a usarlo da pochissimo. Non sono tanti i dispositivi con cui è compatibile per intero, a causa dei produttori di componentistica, però stanno facendo progressi velocemente.
Alpine Linux è una distribuzione di Linux indipendente, non commerciale e multiuso progettata per gli esperti che apprezzano la sicurezza, la semplicità e l'uso efficiente delle risorse.
Ciò è quanto è scritto sul sito di Alpine Linux, un sistema di cui ammiro lo spirito, ma che conosco poco. Ne sono venuto a conoscenza attraverso postmarketOS, essendo quest'ultimo una versione di Alpine Linux per telefoni e altri dispositivi mobili. So che un'installazione minima richiede 130 MB di spazio, che ha il log su RAM [6] e che funziona sui Raspberry Pi. Questi fatti mi hanno incuriosito a tal punto che sto meditando se in futuro mi converrebbe utilizzare questo sistema sulle SBC. So utilizzare quanto basta il suo gestore di pacchetti, apk (Alpine Package Keeper).
Sono cresciuto con DOS e, sebbene ne riconosca i limiti, devo ammettere di essere affezionato a questo sistema operativo scarno. Così scarno che è quasi strano definirlo un sistema operativo. DOS sta per Disk Operating System (sistema operativo a disco) e un tale sistema si occupa soltanto di gestire i file su disco, floppy o rigido, e caricare e eseguire i programmi che su di esso risiedono, uno alla volta. FreeDOS è una versione libera e compatibile di DOS, che uso per esplorare il repertorio meraviglioso dei giochi degli anni '80 e '90.
NetBSD è uno storico sistema operativo libero ispirato a Unix, di cui mi affascina la portabilità. Per ora non l'ho mai usato, ma vorrei installarlo e provarlo sul mio Mac mini del 2005. È uno dei pochi sistemi operativi liberi moderni che gira su un'architettura PowerPC a 32 bit.
Vim è il mio programma preferito per scrivere. Vim è un'evoluzione dello storico Vi [], infatti il suo nome sta per Vi IMproved (Vi migliorato). Non sono un maestro nell'usarlo, ma mi affascina e mi diverte la modifica modale. È un programma strano, con una concenzione di modifica del testo completamente opposta a quella della noiosa tendenza. Nella vita è importante divertirsi: scrivere mi piace e con Vim ancora di più.
sed è un programma molto utile per modificare file di testo il cui contenuto segue un preciso modello. Opera sulle righe: l'idea alla base è di eseguire operazioni di modifica sul testo riga per riga, se la riga esaminata corrisponde a un determinato schema. Per esempio, può essere utile per automatizzare la sostituzione o la rimozione di alcuni valori nei file di configurazione.
1 Che cos'è il software libero <https://www.fsf.org/it/what-is-fs-ita>
2 software that sucks less <https://suckless.org/philosophy/>
3 The non-free archive area <https://www.debian.org/doc/debian-policy/ch-archive#s-non-free>
4 Versioni di Debian <https://www.debian.org/releases/index.it.html>
5 Sxmo: Simple X Mobile <https://sxmo.org/>