In seguito alla piacevole scoperta dell'anno scorso di Zona Warpa, la festa del videogioco ribelle e itinerante, ho deciso di parteciparvi di nuovo, col mio intervento sul software libero e il minimalismo per sviluppare videogiochi davvero indipendenti.
Tutti conoscono i videogiochi e nessuno si sorprende dell'ennesima manifestazione a essi dedicata. Invece ciò che mancava, quantomeno nel panorama italiano, era un evento che celebrasse la natura sincera dei titoli indipendenti, partoriti dalla fantasia dei loro autori, spesso scollegati dall'arida motivazione del profitto. Zona Warpa si prefigge di colmare questo vuoto associativo, raccontando i videogiochi più piccoli, ma forse più significativi poiché realizzati con passione viscerale. Inoltre funge da ponte tra gli appassionati e gli addetti ai lavori, per donare la possibilità agli aspiranti autori d'incontrare programmatori e progettisti che possano aiutarli a cominciare a fare videogiochi.
Una vera e propria festa, con tanto di concerto a fine serata col Game Boy, che non pone ostacoli al pubblico da raggiungere né in termini economici, infatti l'ingresso è gratuito e l'evento si finanzia mediante donazioni; né per dislocazione geografica, grazie alle tappe itineranti collocate in tutta Italia, non solo nelle città principali, già ricche di eventi di ogni sorta. L'organizzazione è composta da un gruppo di amici noto come collettivo Warpo, di cui fanno parte i musicisti Kenobit, Rico degli Uochi Tochi, lo studio di videogiochi We Are Muesli e il giornalista di settore Matteo Lupetti.
In contesti autogestiti e indipendenti non è raro incontrare degli apprezzatori e utilizzatori del software libero. Tuttavia tra gli sviluppatori di videogiochi sono pochi i conoscitori di questa filosofia preziosa, nonostante gli innegabili vantaggi per gli autori emergenti, non solo economici. Ecco perché un anno fa, spinto dalla lettura del manifesto sul sito di Zona Warpa [1], decisi di andare a zonzo per l'Italia a raccontare dei vantaggi del software libero per chi fa videogiochi (e non solo), soprattutto per coloro che credono nella connotazione politica dei giochi e che desiderano spogliarli della veste superficiale di mero prodotto di consumo e intrattenimento, magari per lanciare un forte messaggio sociale.
L'anno scorso iniziai in casa con la tappa di Firenze, per poi continuare a Siena, Montelupo Fiorentino e infine concludere a Napoli. Quest'anno ho riportato il mio intervento a Roma, dove non ero riuscito ad andare, e a Bari.
La mia esperienza è sempre stata positiva: mi sono divertito a parlare di una passione e di quella che ritengo l'unica deontologia professionale possibile per un informatico. Soprattutto in un mondo governato dal digitale, la responsabilità del programmatore è di non imporsi mediante del software il cui funzionamento non può essere trasparente, ma di condividere la conoscenza, così come l'operato del proprio lavoro, attraverso l'accesso diretto al codice sorgente, il mezzo attraverso il quale vengono creati e modificati i programmi. I videogiochi sono anch'essi dei programmi, seppur particolari, e per garantire un accesso indiscriminato a essi, dobbiamo sia abbassare i costi delle materie prime, come dei computer e dei programmi, sia rendere fruibile a chiunque ne abbia curiosità il sapere su come questi programmi si scrivono e funzionano. Il software libero serve proprio a questo: prima di tutto abbassa i costi, perché spesso è gratuito o viene finanziato da donazioni e si può diffondere liberamente; infine, grazie alla possibilità di leggere com'è fatto un programma e di estenderlo a proprio piacimento, rappresenta la migliore scuola possibile, un aspetto ancora più importante della questione economica.
Una sfumatura che ho voluto sottolineare è la modalità di sviluppo. Non si pone abbastanza enfasi sull'importanza del minimalismo dei processi creativi. L'indipendenza non è soltanto la condizione precedente alla fama, può essere sfruttata per decidere con saggezza sulle decisioni tecniche della creazione del gioco. Mantenere il codice facile da leggere, semplice e corto, limitando il numero degli strumenti utilizzati, aiuta a focalizzare la lavorazione sul processo creativo, rendendo il gruppo di lavoro stimolante e flessibile.
Quest'anno a Roma sono stati ripresi tutti gli interventi [2], per creare un archivio di sapere, pubblicato con condizioni legali per permettere la diffusione e la ripubblicazione della conoscenza. Tra questi c'è il mio intervento [3]. Tutti i video possono essere scaricati, modificati e condivisi!
Zona Warpa di solito si svolge in spazi autogestiti occupati, come il centro sociale del Forte Prenestino a Roma. Sebbene questi luoghi possano sembrare di nicchia o frequentati da utopici estremisti, il pubblico non è mancato ed era molto variegato, per età, sesso e ramo d'interesse, che nei videogiochi può essere molto ampio. Prima di Zona Warpa, non ero mai stato in un centro sociale e confesso che avevo svariati pregiudizi a riguardo, tra i quali il timore d'incontrare gente "strana". Un tipico caso di cencio che dice male di straccio!
Oltre agli interventi, che erano tutti interessanti, originali e meravigliosamente intrecciati tra loro in maniera involontaria, alla manifestazione erano presenti dei giochi in esposizione, pure da tavolo, e un mercatino del dono a offerta libera. C'era pure da bere e da mangiare, con tanto di opzioni vegetariane e vegane. D'altronde, come sagacemente ha scherzato uno degli organizzatori dell'evento, «la libertà non è solo del software, ma pure del maiale!»
Per questa trasferta ho ricevuto il rimborso dall'Italian Linux Society (ILS) [4], un'associazione che si occupa di promuovere il software libero sul territorio nazionale e di fornire strumenti ai gruppi utenti GNU/Linux sparsi in tutta Italia.
La copia letterale e la distribuzione di questo articolo nella sua integrità sono permesse con qualsiasi mezzo, e in qualsiasi luogo, senza pagamento di diritti, a condizione che questa nota sia riprodotta.
Con la frase "copia letterale con qualsiasi mezzo" non intendo richiedere il mantenimento di intestazioni, piè di pagina o altre caratteristiche di formattazione. Si richiede tuttavia di mantenere i collegamenti sia per i documenti ipertestuali sia per quelli non ipertestuali (in forma di note o con la semplice indicazione dell'indirizzo su formati non HTML).
1 Sito di Zona Warpa e manifesto <https://zonawarpa.it/>
2 Video di Zona Warpa <https://video.zonawarpa.it/>
3 Software libero e minimalismo per uno sviluppo davvero indipendente <https://video.zonawarpa.it/w/hMA3xNkPmSnfBkxihiyQaY>
4 Italian Linux Society <https://www.ils.org/>