Sono diventato vegano nell'estate del 2020 assieme alla mia ragazza. Lei ha scelto un passaggio graduale, mentre io uno netto. È stato molto più facile di quanto immaginassimo. Dopo quasi tre anni ho deciso di mettere per iscritto i nostri consigli. Lo scopo non è quello di convincervi a diventare vegani o vegetariani, ma di condividere i piccoli trucchi che ci hanno aiutato. Tengo a precisare che questa non è una raccolta di verità assolute, infatti non è intitolata la pagina vegana, ma una pagina vegana, tra le tante possibili. Nell'alimentazione vegana (e non solo) è fondamentale trovare il proprio ritmo, perciò vi invito a seguire il mio sforzo e a redigere le vostre diavolerie da vegani, affinché altri possano apprendere e riflettere su uno stile di vita diverso.
Libri, riviste e siti sono stati preziosi sia per meditare sulla natura di questa scelta, sia come spunti pratici da cui ricavare i pasti. Preferisco di gran lunga un ricettario stampato, però so che molti usano il computer o il cellulare per trovare l'ispirazione in cucina. Non temete, ce n'è per tutti i gusti!
Un classico moderno del genere! Il migliore dei suoi tre libri, con piatti ottimi e veloci. Merita un plauso ulteriore per la suddivisione in stagioni. L'unico difetto è l'esiguo numero di ricette, in particolare di secondi.
Uno dei miei libri preferiti sulla nutrizione e la cucina vegetale. Nonostante non discuta apertamente di alimentazione vegana, di fatto tutte le ricette incluse lo sono. Mi è piaciuto per come affronta la questione della dieta, purtroppo un sempreverde delle ansie collegate al cibo. La trattazione dell'argomento è controtendenza, infatti l'autrice asserisce che non serve a niente imporsi regimi bizzarri con crudeltà stringente, poiché il corpo ha bisogno di nutrirsi e prima o poi la volontà soccomberà alla disperata e giusta richiesta di nutrimento dell'organismo; solo che accadrà d'impeto, magari col primo alimento sottomano, finendo per stare peggio. Il testo celebra la meravigliosa necessità che è l'alimentazione e mira a stabilire con essa un rapporto amichevole da parte del lettore. Niente regole ferree, niente tabelle proibizioniste, niente segreti magici: solo la semplicità del buon senso, condita da una sincerità e un rigore di carattere squisitamente scientifico. Un libro sulle diete onesto, senza fuffa! Non m'interessa l'aspetto salutista del veganesimo, però vengono confermati i vantaggi in tal senso: mangiare vegano è meglio per la salute e fa pure dimagrire. Ovviamente se seguite le indicazioni dei menù riportati all'interno o se vi alimentate come una persona assennata. Se vi cibaste esclusivamente di gelato vegano, non dimagrireste. Siete stati avvisati.
Il fulcro del libro è l'alimentazione dei figli, ma non bisogna averne per apprezzarlo. Interessante pure per la sezione sulla nutrizione, anche se me ne importa meno in confronto al risvolto etico. Rispetto a un volume di cucina classico non presenta un indice alfabetico di tutte le ricette, che invece sono suddivise per fasce d'età e giorni della settimana. Ciò rende il libro poco adatto alla consultazione rapida; in compenso questa struttura mi ha aiutato a comprendere l'organizzazione e la composizione dei pasti, facilitandomi il compito della spesa. Contiene la ricetta del formaggio di anacardi, che consiglio vivamente di provare!
Sono stato abbonato a questo mensile per due anni, all'inizio della mia transizione. È ricco di ricette, anche esotiche, e di articoli di approfondimento. Vegolosi è stata la mia prima fonte d'informazione di carattere generale sull'argomento vegano. Infatti la pubblicazione spazia dall'etica alla nutrizione, passando per la cronaca e la società, mantenendo una base sostanziosa di ricette. Oltre alla rivista, l'abbonamento mi dava accesso a dei ricettari tematici aggiuntivi, incluso un interessante PDF sull'alimentazione canina. Purtroppo Vegolosi MAG è disponibile solo in formato digitale, sebbene comprenda i motivi di tale scelta editoriale [1]. Per fortuna l'abbonamento permette di scaricare i PDF o gli EPUB della rivista senza DRM. Confesso di essermi abbonato più per sostenere il sito Vegolosi.it, che per la rivista in sé, che è senza ombra di dubbio valida. Ho disdetto l'abbonamento perché non leggevo i nuovi numeri. Ho ancora così tante ricette da sperimentare! Per ora mi bastano quelle che ho.
Le pagine del sito Vegolosi.it trattano svariati argomenti di carattere sociale e scientifico collegati al veganesimo, con una base robusta di ricette di ogni tipo. La qualità degli articoli e delle ricette non è da meno di quella della rivista omonima di sopra. Visto che disdegno la pubblicità e sono un fiero utilizzatore di sistemi per bloccarla, decisi di abbonarmi alla rivista digitale per sostenere un sito con informazioni di qualità. Una menzione speciale va agli articoli che elencano i ristoranti vegani e vegetariani per città e all'intervista con Danilo Bertazzi [2].
Per quanto sia razzista nei confronti degli americani che cucinano, devo ammettere che il sito di Zsu contiene degli spunti interessanti. Non a caso è l'autrice del libro sull'aquafaba. Da consultare per un'ispirazione diversa dal solito, solo per gli anglofoni, ricordandosi che si tratta pur sempre di un'americana. Sono curioso di provare il suo tofu di mare [3].
In questa sezione ho colto l'occasione per sfogarmi delle domande che mi vengono poste (troppo) spesso quando la mia scelta alimentare diventa argomento di conversazione, di solito mio malgrado. Mi consolo col fatto che mi piace discutere e che possiedo un'indole polemica. Potete trarre spunto dalle mie risposte o sorridere dell'ingenuità delle domande. In realtà, la curiosità che spinge a pormi alcuni di questi quesiti è comprensibile, ciò che m'infastidisce è la supponenza, probabilmente derivata dalla radicalità della mia scelta, che mette in forte in discussione lo stile di vita comune facendo leva sulla coscienza. Comprendo lo sgomento, ma preferirei che non fosse veicolato mediante l'arroganza. Inoltre non essendo nato vegano, è scontato che presenti naturali contraddizioni umane. Avere delle idee diverse non mi rende onnisciente.
Non è per gli animali, il mio obiettivo è massimizzare la sofferenza inferta alle piante!
Scherzi a parte, è proprio per gli animali. La mia epifania si deve a due eventi che hanno cambiato il mio modo di pensare. Il primo è piuttosto banale, sarà capitato a molti, quando venne a mancare il cane della mia ragazza, Schizzo. Essendoci affezionato mi rese triste, triste in maniera così profonda che scoppiai a piangere di fronte a una mia collega, il giorno in cui Schizzo venne meno. Mi aspettavo che mi sarebbe mancato, però non ero preparato allo sconforto che provai. Questa emozione così forte e sconosciuta mi costrinse a rivalutare il rapporto con gli animali. Se ero affranto per la dipartita di quel cagnolino lo dovevo all'amicizia che avevo stretto con lui, ai miei trascorsi personali, però quel cane rimaneva un animale. Sarebbe stato ipocrita classificare quel sentimento come passeggero e non ragionare sul dolore. Se volevo bene a un cane, cioè a un animale domestico, non potevo continuare a trascurare le azioni della mia specie nei confronti degli altri animali. È ingiusto che ai cani sia concessa un'esistenza migliore, in virtù del loro stato speciale di esseri di compagnia. Visto che la capacità di provare affezione dipende da quella di empatizzare, non sarebbe stato possibile provare quella tristezza per l'uccisione di un maiale, senza averlo conosciuto prima. Il vagare nel supermercato, senza pormi domande su come funziona la filiera alimentare, mi aveva desensibilizzato, o quantomeno aveva consolidato il ruolo prestabilito degli animali nella società. Essi esistono per sfamarci, come risorse di cui disponiamo. Non avrei mai voluto che Schizzo fosse trattato come una bestia d'allevamento. Mi resi conto che se trovavo ingiusto che il mio cane fosse macellato, e fatto vivere in condizioni infime per aumentare l'efficenza del processo, non dovevo fare eccezioni per gli altri animali. La preferenza personale verso quel cane non poteva giustificare le barbarie nei confronti di tutti gli altri esseri viventi. Confesso di non provare simpatia per gli insetti, ma logicamente dovrebbero essere trattati come gli altri animali. Agire diversamente sarebbe come pretendere una vita decorosa per vostra moglie, senza sostenere che altrettanti diritti spettino a tutte le donne. La nostra scelta differenzia gli animali che teniamo in casa da quelli che uccidiamo per cibarci, o vestirci, o che sfruttiamo per altri usi. Una decisione dettata in base ai nostri gusti, spesso basati su una tendenza estetica e superficiale, e anticamente pure per fini pratici (vedi i gatti o i muli). In parole povere agiamo una discriminazione nei confronti di una classe dei viventi che altrimenti sfruttiamo incessantemente per i nostri bisogni.
Il secondo evento è di natura casereccia essendo legato alla convivenza. Quando mi trasferii insieme alla mia ragazza dovemmo capire cosa cucinare che piacesse a entrambi. Elena ha sempre avuto gusti particolari, è come se fosse nata vegana. Non le sono mai piaciuti gli affettati, né i salumi, tantomeno i formaggi, pochissimo la carne, eccetera. Per una vita è campata di verdure, ignorando la cucina vegana, sottraendo gli alimenti che non le piacevano. Vivendo assieme non volevo che cucinassimo dei piatti diversi, poiché mi mette tristezza, così lei ha iniziato a cercare delle ricette che facessero al caso nostro. Prima vegetariane, poi vegane, perché nelle vegetariane spesso abbonda il formaggio, che Elena disdegna. Leggendo ricette vegane e scoprendo i piatti ottimi di Carlotta Perego [4], ci siamo incuriositi abbastanza da approfondire l'aspetto teorico di questa cucina che stava regalando un sacco di gioie alla mia ragazza. Elena ha iniziato a mangiare i tortellini da vegana, così come le lasagne con la besciamella, i vari surrogati del ragù e finalmente ha trovato delle bevande per la colazione e per il cappuccino che non la stomacassero a lungo andare. Per lei è stato come rinascere, sentendo che quella era la sua vera pelle. Dopo aver letto qualche libro sono rimasto colpito dalla filosofia alla base. Mi piaceva che il cibo diventasse un modo per riequilibrare il potere dell'uomo sul mondo. Non credo che in assoluto uccidere un animale per cibarsene sia sbagliato. Tuttavia, in quanto esseri umani occidentali, siamo giunti a un punto tale di benessere che mi sembrerebbe sensato cambiare, per restituire un po' di quel benessere al mondo. Essere vegano significa non vedere l'uomo come il centro dell'ecosistema, rispettare gli animali sancendo che anch'essi hanno dei diritti e che la loro esistenza non dev'essere assoggettata alla nostra. Un tempo il confronto tra l'uomo, l'ambiente e gli animali era abbastanza pari, anzi spesso l'uomo batteva in ritirata. Adesso che siamo evidentemente in superiorità, non dovremmo accanirci, bensì ringraziare e donare amore alla Terra e ai suoi esseri viventi. Essere vegano è anche una forma di protesta efficace verso il consumismo, in cui non solo si agisce per il bene altrui imparando che l'appagamento non è solo quello materiale, si distrugge completamente l'idea dell'animale come risorsa di consumo, sostituendola col rispetto per la natura, che guida verso una società in cui si persegue l'armonia, piuttosto che l'espansione in ogni ambito a tutti i costi in stile colonie dell'impero.
No, perché la condizione di sfruttamento degli animali non migliorerebbe. Vegano vuol dire dare dignità agli animali, smettendo di considerarli al pari delle materie prime. Ammesso di poter stimolare un cambiamento positivo per la vita degli animali da vegetariano, il modo di vedere gli altri viventi non cambierebbe: continueremmo a sfruttarli, considerando la loro esistenza in funzione del sostentamento della nostra specie. È vero che in alcuni casi margine, rari, come delle galline allevate con amore a cui di rado prendiamo delle uova, lo sfruttamento dell'animale è minimo e in cambio lo nutriamo e gli permettiamo un'esistenza dignitosa. Tuttavia questi casi sono delle eccezioni, che non rappresentano lo stato della produzione industriale di cibo. Per contrastare quel tipo di sfruttamento, essere vegano è l'unica risposta. Infatti le vacche vengono ingravidate e fatte partorire regolarmente al fine di mantenere la produzione del latte costante. Una mucca non produrrebbe latte sempre, non le facciamo un favore a mungerla! Le mucche producono il latte dopo aver partorito, per crescere la prole, come fanno gli esseri umani. Se non fosse per la fecondazione artificiale e la mungitura, non beremmo il latte, poiché sarebbe consumato dai cuccioli. Ultimo non per importanza, cosa pensate che accada ai cuccioli fatti partorire per stimolare la produzione del latte? Discorsi assai simili si applicano al consumo di uova e di molti derivati animali.
No, perché non mi pinzano.
Confesso che non riesco a provare empatia quanto vorrei verso gli insetti. Mi fanno schifo. Li uccido. Anche per motivi ridicoli, come la paura o il sopracitato schifo. Non ne vado fiero ed è sicuramente una mancanza di coerenza. Mi sto impegnando per migliorare: dopo averle osservate da vicino a più riprese le cimici non mi fanno più paura, riesco a prenderle in mano e a volte m'ispirano simpatia. Meglio essere incoerente e provarci, che non fare niente. Comunque mangiando vegano rispetto più gli animali che non facendolo. Da qualche parte bisogna cominciare...
Non sono un nutrizionista, però pare che mangiare vegano non uccida, non più dell'alcol o del fumo. Anzi, alcuni scienzati pazzi sostengono che faccia pure bene! Non saprei dire se è vero, ma da quando sono diventato vegano, il mio membro è più possente e quando scrivo codice C compila alla prima.
Se invece la domanda fosse seria, chiedetelo a un nutrizionista senza pregiudizi o leggete uno dei libri di sopra. Carlotta Perego in Cucina Botanica dedica un capitolo a come rispondere a questi quesiti, grazie all'aiuto del medico nutrizionista Silvia Goggi. Una cosa la so: per la B12 prendo una pasticca due volte alla settimana. Mangio tanti legumi. Per ora sopravvivo.
Lo stesso discorso vale per gli integratori? La B12 non è un farmaco, è una vitamina, come quella C delle arance.
Da quello che ho letto, la B12 che si assume mangiando gli animali viene data loro attraverso degli integratori, poiché la B12 è una sostanza che si trova nel terreno, ma gli animali di allevamento difficilmente vengono in contatto con quella materia marrone ormai. B12 a parte, agli animali di allevamento vengono somministrati svariati "farmaci". Non è anche questo contro natura? Che differenza fa se invece di darla agli animali, la mangi da solo la vitamina B12?
Se mangiare vegano mi accorciasse la vita di quindici anni, continuerei a nutrirmi nello stesso modo. Vivere a lungo è sopravvalutato. La durata media della vita di un uomo è abbastanza per divertirsi e fare qualcosa di significativo, con un buon scarto di tempo. Inoltre non miro a fare niente di significativo.
Come fai tu a sapere che non fa male quello che mangi? Ripeto: non sono un salutista, non pretendo di campare cento anni. Faccio le analisi del sangue. Perché tutti si preoccupano della salute dei vegani, trascurando la propria, dando per scontato che il loro regime alimentare sia ottimale?!
Marinara. La mia ragazza ci mette la rucola, a volte lo faccio anch'io. All'inizio credevo che la mozzarella mi sarebbe mancata, poi ci ho fatto l'abitudine. Mangio anche delle pizze trogolose, come la mitica base della marinara con zucchine, melanzane, patate arrosto/fritte tagliate fini come quelle in busta e porcini. In alternativa sostituire i friarelli ai porcini. Ho trovato una pizzeria che fa un ottimo calzone fritto con mozzarella vegana. Devo provare il loro calzone normale. In generale non sono un amante delle mozzarelle vegane. Quando facciamo le pizzette con la base della marinara, aggiungiamo l'origano, la cipolla e il tofu a fettine. Un'amica che ha una pizzeria a taglio ci prepara una marinara con melanzane, zucchine, cipolla, rucola, a volte funghi o altre verdure che ha nell'orto.
Di seguito una lista di piatti che non fanno rimpiangere a me e alla mia ragazza di essere vegani. A che serve? A spazzare via il preconcetto che mangiare da vegano sia difficile e soprattutto che richieda di sacrificare il piacere della tavola. Niente di più falso! Questa lista non ha la pretesa d'insegnarvi a cucinare, serve a condividere la gioia che trovo nel mio modo di mangiare. Quando fate qualcosa concentratevi sulla gioia che ne traete, piuttosto che sulle difficoltà che affrontate. Questo consiglio generale calza a pennello col diventare vegano: non dovete considerare tale scelta come una sottrazione di alcuni piatti dalle vostre abitudini alimentari, bensì come l'occasione per imboccare un sentiero inesplorato, che vi condurrà a sapori nuovi e a modi ingegnosi di preparare dei piatti che già conoscete, però che non credevate possibili o gustosi senza derivati animali.
Questo elenco contiene cibi che mi rendono felice. Non è tutta farina del mio sacco. Ringrazio amici e parenti che hanno contribuito spignattando, assecondando la mia scelta, inventando e provando ricette buonissime.
1 Vegolosi MAG: abbonamenti 2023 <https://www.vegolosi.it/vegolosi-mag-abbonamenti/#elementor-tab-title-9122>
2 Danilo Bertazzi: Io, Tonio Cartonio, vegano per rispetto degli animali <https://www.vegolosi.it/homepage/danilo-bertazzi-vegano/>
3 making seafood tofu <http://www.zsusveganpantry.com/2021/04/making-seafood-tofu.html>
4 Cucina Botanica <https://www.youtube.com/@CucinaBotanica>